Ci risiamo. Non posso fare a meno di dissociarmi da una così sfavillante, tronfia, supponente erezione dell'indice o di altre parti distali innominabili dei nostri corpi (Vespa docet) sul capro espiatorio della vicenda che troneggia sugli schermi televisivi in questi giorni: Il comandante della nave abbandona la nave.. quando mai... i film insegnano altro....il comandante deve restare sulla nave, come se al giorno d'oggi fosse ancora possibile parlare di comandanti o di capitani. Sono soggetti vetusti, insegne, simulacri di cui ai nostri tempi non si può più parlare, sono eroi di paglia, ne rimane solo l'involucro. Ma poi sono miti della marina, dell'esercito, ci abbiamo mai creduto?
D'altra parte "il capitano mio capitano" che è subito entrato nei cuori della gente, solo per diretta evacuazione di Schettino, è uno che se lo si sente parlare sembra appartenere alla cricca dei gendarmi fascisti in missione su Marte, un comandante Barbagli (cazzo!) che prende il comando della situazione attraverso un microfono telefonico. Sono innumerevoli le volte che ci hanno propinato la fatidica conversazione (cazzo!). Morto un capitano ce ne vuole un altro, ci vuole un eroe.
Fraseggi, solfeggi di chi sta a casa, flatulenze di culi seduti comodamente su sedie imbottite che prendono a prestito il frasario dei salotti televisivi di formalina.
Partirei innanzitutto dalla considerazione che, premessi tutti gli errori che sono stati fatti, sono state messe in salvo 4000 persone, che la nave non può essersi incagliata lì per caso, è stata una manovra del Comandante (ma di questo non si parla , al massimo ne parlano gli esperti di marina che forse sono gli unici che possono parlare). Si parla solo dell'imperdonabile errore a monte, per carità è giusto così, ma è solo metà della storia, è la parte incompleta che serve ad aizzare gli animi per fare i tvshow che ci meritiamo. Certo è che se la nave non fosse stata portata lì dove si trova, probabilmente si sarebbe inabissata e !col cazzo! che le 4000 mila persone che sono state messe in salvo sarebbero vive.
Che bisogno abbiamo di incolpare se del comandante della nave si stanno già occupando i magistrati: avrà un processo, sconterà una pena, come tutti i brutti e cattivi che abbiamo conosciuto grazie alla solerzia dei media. Perché dobbiamo fare la scarpetta in questi piatti osceni che ci propinano?
Aggredirei piuttosto la questione, più generale, che questi cessi dei mari a tredici piani non dovrebbero proprio apparire agli orizzonti. Se esiste qualcuno che li costruisce e qualcuno che ci sale sopra, la colpa può cominciare già ad essere ridistribuita. La gente si fa inscatolare in oggetti di questa tempra e portata? ha già una parte della colpa.
La Società Costa Crociera svende i titoli di viaggio aspettando la bassa stagione per far viaggiare, in condizioni sicuramente declassate, chi non può permetterselo? Mette al comando di una nave di quella portata Popeye? Ci mette su come personale Filippini, Peruviani, Cinesi (chissà se regolarizzati e come) giusto per abbattere i costi? Beh per me il comandante Schettino è solo la punta dell'iceberg.
L'eroe della capitaneria di porto, il Gendarme Barbagli in missione su Marte, si proprio lui, non gli era mai passato per l'anticamera del cervello che il tradizionale "saluto" all'isola del Giglio fosse uno show esibizionistico di pericolosità pari ad uno starnuto dell'ultimo elefante della piramide di pachidermi del circo Orfei? Parliamo di deregulation e pretendiamo che essa non abbia un ricaduta diretta sulle soggettività e sulle responsabilità che ognuno si assume. Ci meravigliamo che un comandante salti giù da una nave quando intorno a noi ci sono solo esempi che parlano di questo? La nostra beffarda meraviglia di fronte al fatto compiuto e il totale annebbiamento di fronte ai segnali che conducono direttamente alle tragedie riposano in pace. Amen